Berserk Kuroi senshi

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Ho deciso di deviare leggermente dal percorso che avevo previsto per questo ciclo di articoli non presentando la recensione e analisi di un manga che ho letto nel mese di settembre(doveva essere il volume 7 di Berserk)per dedicarmi invece a una retrospettiva del primo ciclo narrativo dell’opera in questione,conosciuto in italia come il cavaliere nero.

Il motivo per cui ho deciso di fare questa eccezione è da un lato perché in tanto tempo non avevo mai avuto modo di scrivere un’articolo su Berserk,nonostante sia uno dei miei manga preferiti di sempre,e dall’altro perché ho pensato fosse più utile iniziare a discorre dell’opera di Kentaro Miura dall’inizio,soprattutto visto la complessità dell’opera stessa(e tra l’altro credo che farò lo stesso con Attack on Titan quando verrà il momento).

Una delle particolarità che hanno reso immediatamente Berserk un’opera unica e rara nel panorama(non troppo vasto,a dirla tutta)dei manga fantasy e la sua time line estremamente contorta e non lineare,infatti il primo volume della serie non si apre.come potremmo aspettarci,all’inizio delle vicende,ma in medias res,anzi,nello specifico,nel mezzo del tentativo di una succuba di uccidere il nostro protagonista grazie alle sue arti seduttive,solo per vedere la situazione capovolgersi quando Gatsu uccide la stessa mostrando una notevole crudeltà e un ghigno sadico.

L’inizio di Berserk è un momento molto importante e su cui bisogna soffermarsi.

Contrariamente a ogni norma narrativa,la storia ci pone immediatamente al centro di uno scontro mortale,ma lo fà senza presentarci il nostro protagonista,di cui nel corso del primo scontro non veniamo a conoscenza neanche del nome,ne viene rivelato alcunchè del mondo in cui la storia è ambientata,eppure lo scontro ci pone in condizione di scoprire due punti fondamentali della trama della serie;1)il mondo in cui la storia è ambientata è popolato da demoni intenzionati a uccidere esseri umani 2)il nostro protagonista è un’anti-eroe sadico e violento.

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La storia prosegue continuando lo stesso tipo di struttura narrativa,volta a rivelare il meno possibile sul mondo della storia e sul protagonista della stessa,nel secondo scontro veniamo introdotti alla minaccia degli apostoli,creature un tempo umane che sono state corrotte da demoni e spargono caos e morte per soddisfare le loro brame immorali(il primo apostolo che incontriamo è un cannibale,ed è solo il primo di una lunga lista di personaggi che infrangeranno ogni tipico tabù imposto dalla società civile compiendo ogni sorta di orripilante mostruosità)e la cosa è straordinariamente importante,perché ribalta nuovamente tutto quello che sapevamo sul mondo di Berserk.

Se,infatti,il primo,breve,scontro aveva dato l’impressione che la vera minaccia per il genere umano era rappresentata dai demoni,qui scopriamo che la minaccia maggiore sono gli stessi esseri umani,che vengono si trasformati in esseri mostruosi dai demoni,ma subiscono questa trasformazione per loro scelta,senza contare che gli orribili crimini che li caratterizzano sono iniziati ben prima della loro trasformazione in apostoli,in pratica erano già mostri prima dell’incontro con i demoni,anche se non lo sembravano.

Questa è l’introduzione di uno dei tempi centrali e più importanti di Berserk,cioè il totale nichilismo della razza umana e un cupo pessimismo nei confronti della società umana,che sotto le apparenze è una giungla dove vige la legge del più forte.

Io scontro tra gatsu e il primo apostolo inoltre ci rivela che Gatsu non solo è sadico e violento,ma è anche completamente sprezzante del valore della vita umana,non si cura della sua,mettendosi costantemente in pericoli mortali e gettandosi negli scontri senza curarsi delle ferita,anzi,sembra quasi sfruttare il dolore che gli viene inferto durante gli scontri per aumentare la sua rabbia e di conseguenza la forza dei suoi attacchi,ne delle persone che gli sono intorno.

Infatti Gatsu uccide demoni e apostoli non perché è la cosa giusta da fare,ne per salvare la povera gente oppressa da questi,le sue motivazioni sono puramente egocentriche,la sua unica motivazione è realizzare un suo misterioso progetto e compiere la vendetta contro un misterioso individuo che sta inseguendo da tempo.

Al termine dello scontro Gatsu conquista un nuovo compagno di viaggio,l’elfo Puck,che decide di seguire Gatsu per gratitudine dopo che questi lo salva da dei popolani in una taverna,e lo fà nonostante il chiaro rifiuto di Gatsu di condividere la sua lotta con altri(ancora una volta,i motivi per questo atteggiamento non ci sono rivelati) e ci viene rivelato un’altro sconvolgente segreto del nostro anti-eroe.

Gatsu infatti porta sulla sua pelle una cicatrice definita “il marchio del sacrificio”,che attira ogni sorta di demone come una falena a una fiamma…e ciò causerà puntualmente la morte di ogni persona che cercherà di avvicinarsi a Gatsu o di aiutarlo,in fin dei conti lui è un berserk,è nato per combattere,puoi facilmente sopravvivere agli assalti continui dei demoni,ma non le persone che gli sono intorno,e così nella terza lotta che ci viene proposta Gatsu causa(indirettamente)la morte di una ragazzina innocente che si era offerta di aiutarlo ad attraversare una palude e la sua famiglia,e non solo,i demoni attirati dal marchio di Gatsu non si limiteranno ad uccidere la sfortunata,ma la riporteranno in vita in una forma distorta e mostruosa,solo per venire uccisa nuovamente dallo stesso Gatsu.

Questo è uno straordinario punto di rottura,soprattutto quando uno stupefatto Puck realizza che Gatsu a ben pochi sensi di colpa per gli eventi che hanno coinvolto la povera ragazza,nonostante sia stati causati in ultima analisi da lui stesso,e si stupisce di come possa continuare a vagare per villaggi e città affollate di persone innocenti e indifese,pur sapendo che la sola sua presenza causerà attacchi di demoni ai danni di quelle stesse persone,una cosa è non essere interessati a salvare le persone che Gatsu incontra nel suo vagabondare,un’altra è metterle consapevolmente in pericolo.

A questo punto Gatsu sembra essere un personaggio incredibilmente negativo,privo di rimorsi e incurante della vita altrui,ma in un ben piazzato colpo di scena al termine del ciclo narrativo,le carte vengono rimescolate ancora mostrandoci come,in un mondo così complesso come quello di Berserk,dare giudizi morali su qualsiasi personaggio sia assolutamente impossibile.

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Fine prima parte.

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e il resto è storia.